Dal sogno alla realtà, l’esperienza di Beatrice in Canada (part II)
30 Novembre 2017
Aggiornato il 12 Febbraio 2018
Un aspetto di questa esperienza che non avevo considerato è la facilità con la quale, ora, riesco a rapportarmi con persone nuove. Non posso dire di essere una ragazza timida, né di esserlo mai stata in realtà ma stare qui ti costringe a fare nuove amicizie, a interagire ogni giorno con persone che non conosci. Adesso so che per molti genitori, come per i miei sostanzialmente, la decisione di mandare il proprio figlio/a all’estero è dettata dalla volontà di fargli/le apprendere al meglio una seconda lingua, e non credo che ci sia bisogno di dire che sì, stando qui la seconda lingua diventerà quasi come la prima.
Il mio inglese è davvero a un buon livello ora, ovviamente non perfetto perché, per quanto io sia migliorata, molte volte trovo difficoltà a esprimermi nel modo in cui realmente vorrei.
Tuttavia, per farvi comprendere quanto l’inglese sia diventato parte del mio quotidiano ormai penso e sogno in inglese e, anche solo nello scrivere questo testo, spesso, mi viene spontaneo inserire parole in inglese perché ormai sono abituata a usare questa lingua.
Nonostante questo, però, mi sento di dire che di tutte le ricchezze che questo viaggio mi ha regalato, l’inglese è probabilmente tra le meno importanti (e sappiamo tutti quanto sia importante l’inglese al giorno d’oggi).
Un’altra preoccupazione che di solito le famiglie hanno è la quella delle cosiddette “Host families”, ovvero delle famiglie ospitanti. Come prima cosa vorrei dire che noi exchange students siamo costantemente seguiti, per qualunque problema la corrispettiva agenzia sul territorio provvede nel tentare di sistemare diverbi o qualunque tipo di problema e, nel caso non si riesca a trovare soluzione, al trasferimento di famiglia, quindi non preoccupatevi ;-).
Inoltre nella scuola sono presenti degli “ambassador”, dei/delle ragazzi/e che si occupano sostanzialmente di aiutarci a integrarci al meglio nella scuola. Personalmente io sono stata più che fortunata con i miei host parents. Loro sono diventati veramente i miei genitori e il nostro rapporto è praticamente come ogni altro rapporto genitore/figlia.
In più qui ho trovato delle sorelle (e per me che sono figlia unica è un cambiamento enorme): una dal Brasile e una dalla Spagna, ed è strano pensare che fino a 3 mesi fa eravamo praticamente estranee e ora condividiamo tutto, dalle cose piccole e insignificanti fino alle cose più importanti come le nostre paure, insicurezze o addirittura segreti; avere delle ragazze nella tua stessa casa che stanno vivendo la tua stessa esperienza ti aiuta ad affrontare tutto e, in più ogni sera è come un pigiama party :-D.
Inoltre a scuola ho conosciuto tantissime altre persone provenienti da ogni parte del mondo: Canada, Germania, Francia, Turchia, Corea, Giappone, Cile… Per aiutarci a instaurare nuove amicizie e incrementare l’inserimento nel nuovo ambiente, nelle prime settimane la scuola ha organizzato un viaggio di orientamento con tutti gli exchange students ad Halifax, la capitale della Nuova Scozia.
Devo ammettere che, ovviamente, le relazioni nel corso del tempo sono cambiate da quel primo viaggio ma grazie a quei 3 giorni siamo ancora un gruppo unito!
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