Intervista a Beatrice, MB Correspondent 2020 appena tornata!
26 Febbraio 2020
Aggiornato il 15 Novembre 2022
“Ovunque andrai ciò che conta sarà sempre la persona che sei”
Un’intervista intensa, poche ma significative domande alla nostra Beatrice, che da poco è rientrata in Italia dopo il suo semestre scolastico in Canada riabbracciando la sua famiglia. Uno spaccato a 360 gradi del significato che un anno scolastico all’estero può avere nella vita di chi ha la fortuna di trascorrerlo. Buona lettura!
Ciao Beatrice e ben tornata a casa! Partiamo dall’oggi: come è stato il tuo rientro? come ti ha accolta la tua famiglia, quali sono state le tue emozioni?
Rientrare è stato un misto di emozioni belle e brutte. Lasciare la famiglia e gli amici conosciuti in Canada è stato più difficile e forte di quanto mi aspettassi. Ovviamente tornare ha avuto anche il suo lato positivo, rivedere mio fratello e i miei genitori è stata una gioia e forse ora riesco a capire maggiormente la loro grande importanza e il sostegno anche che mi hanno dato nel fare questa esperienza. E ora con tutte le nuove consapevolezze e sicurezze ottenute lì durante l’anno scolastico all’estero rientrare a casa è completamente diverso da come mi aspettavo; ora tornare a casa è solo una fermata , come una stazione sicura da cui però sarai sempre pronto a ripartire.
E il rientro in classe con i tuoi compagni di classe?
Rivedere amici e compagni di classe è stato emozionante, capire che alla fine i tuoi veri amici staranno sempre lì per te se lo erano per davvero. Non è la presenza a formare un’amicizia e questa era una delle mie paure iniziali, prima della partenza per l’anno all’estero, quella di essere messi da parte solo perché assenti ma mi sbagliavo completamente.
Prova a mettere a fuoco la tua esperienza dall’inizio alla fine. Partiamo dall’inizio: non appena hai saputo di essere la persona scelta da MB per essere il nuovo Correspondent, qual è stata la tua reazione a caldo, con la tua famiglia e le tue migliori amiche? Come hanno reagito sapendo che saresti stata sei mesi a migliaia di km di distanza?
Appena ho saputo di essere la nuova MB Foreign Correspondent ho pianto, pianto dalla gioia di aver avuto una possibilità del genere…era un qualcosa a cui puntavo da circa tre anni e vederla realizzarsi è stato incredibile, è come se avessi iniziato a prendere in mano la mia vita. La mia famiglia e i miei amici erano contenti per me, poiché sapevano era un mio obbiettivo da molto tempo ma allo stesso tempo l’idea di non vedermi per cinque mesi era difficile da superare e anche per me lo era. Non avevo messo in conto la difficoltà di lasciare tutto quello che si poteva così chiamare la comfort zone, inizialmente mi sentivo persa quasi quasi avrei rinunciato (per così dire), la paura di partire per un anno all’estero era tanta. Mia mamma mi disse che le sarebbero mancate anche le litigate con me. Salutare i miei amici e la mia famiglia ha portato tante lacrime, lacrime di bene poiché sapevamo che ci saremmo rivisti ma cambiare così tutto improvvisamente senza avere alcuna sicurezza ti rende per un attimo impotente, fino a quando poi non sali su quell’aereo, guardi fuori dal finestrino e ti senti pronto ad affrontare la vita.
Immagina di tornare indietro al giorno della partenza. In aeroporto, gli ultimi saluti alla mamma, immaginati seduta dentro l’aereo che sta per decollare. In quei momenti qual era il tuo stato d’animo, a cos’ hai pensato per dominare l’emozione?
Dopo aver salutato tutti, seduta su quell’aereo, dopo i pianti e l’agitazione improvvisamente ho sentito che stavo facendo la cosa giusta, ho sentito una sensazione di libertà. A parole non renderà mai davvero il suo significato, chiunque dovrebbe poter avere l’occasione di provare una sensazione del genere. Una sensazione che ti appaga, che ti fa rivivere in pochi minuti la tua corta vita fino a quel momento che determinerà una fine e al tempo stesso un nuovo inizio. Un nuovo inizio che non è fine alla sola esperienza, un nuovo inizio che durerà a lungo e che personalmente aspettavo da tanto.
Ti abbiamo seguita nel tuo account Instagram e abbiamo visto il bellissimo rapporto con la tua host mum e con i tuoi piccoli fratellini canadesi. Come hai vissuto questo rapporto e cosa ha significato per te? Quanto è stato importante nella tua esperienza, quando hai capito che sarebbe stata la famiglia ospitante giusta per te?
Ho ricevuto tanti regali durante il mio semestre all’estero, ho decorato l’albero con la famiglia, ho aspettato babbo natale e cercato con i bambini l’elfo ogni mattina. (un’usanza canadese, in cui un elfo dal primo dicembre controlla ogni giorno i bimbi per assicurarsi che facciano i bravi fino a Natale). E se devo dire la verità è stato uno dei Natali più belli che potessi celebrare.
Hai trascorso il Natale lontano dalla tua famiglia e dai tuoi amici, probabilmente il primo Natale lontano da casa tua e dal clima natalizio della tua città, e sei stata completamente catapultata in un altro modo di vivere questa festività. Cosa ti è mancato di più e cosa invece ti ha fatto sentire quasi “come a casa”?
Passare il Natale fuori, grazie alla mia famiglia ospitante è stato un po’ come trascorrerlo a casa. Certo mi è mancato il cenone in famiglia, la lasagna della nonna, il panettone ma non mi è mancato l’amore, che è ciò che mi ha fatto sentire come a casa.
Parliamo della scuola: il sistema scolastico canadese è un sistema molto diverso da quello italiano come ti sarai accorta. Tu puoi dire di aver visto dall’interno sia la scuola italiana che quella canadese. Quali sono le differenze maggiori che hai potuto vedere e soprattutto in cosa era diverso il tuo modo di studiare nella high school all’estero? Quali aspetti dovrebbe prendere la scuola italiana dalla high school canadese, e quali invece pensi siano degli aspetti migliori nella scuola italiana?
Le maggiori differenze che ho potuto vedere nel sistema scolastico è stata l’organizzazione dello studio. Molte meno materie, solo quattro comparate alle 10-11 italiane. La high school canadese ha un diverso scopo, viene preso più come un piacere che come dovere, lo stress è davvero poco e gli studenti sono liberi di scegliere le proprie materie in base alle loro capacità. Anche il rapporto con i professori nell’anno all’estero è differente, molto più amichevole e disponibile. Scherzavamo molto con i prof e loro con noi senza, ovviamente, mancare di rispetto. Sono fermamente convinta che dovremmo applicare o almeno prendere spunto dal loro sistema scolastico, migliorerebbe la vita studentesca . Ciò che mancava era uno studio più approfondito delle materie, i programmi erano molto più semplici e sicuramente non danno una buona base per un Università come quella italiana.
La Beatrice prima e la Beatrice dopo, tracciamo un piccolo bilancio della tua evoluzione: quali miglioramenti puoi dire di aver avuto a livello personale in determinati aspetti del tuo carattere, un atteggiamento, un aspetto in cui ti senti cambiata in meglio rispetto a prima?
La Beatrice di prima era una ragazza con tante insicurezze, paure e pesi del passato che ancora si facevano sentire. Come ho già detto questa esperienza è stata parte anche di un forte progresso interiore, essere da sola con me stessa mi ha concesso di capire e di sentirmi, mi ha permesso di guardare il mondo con una visione diversa. In questa esperienza di anno all’estero ho accettato ogni lato di me, compreso e accolto per poi farlo mio è come se quella divisione interiore tra bene e male si sia unita. Ora sono sempre la solita Beatrice ma con una grande consapevolezza in più, sono fiera di essere me grazie a tutto il mio passato… ora posso vivere il presente e guardare in un grande futuro. Le mie paure sono mie amiche così come il mio passato, ora ho la certezza che qualsiasi cosa bella e brutta che capiterà nella mia vita sarà parte di me e non potrà buttarmi giù, potrà essere un giorno, un mese o un anno. Ho capito come già scrissi che forse non posso amare me stessa o qualcun altro completamente ma ora posso amare la vita in tutte le sue sfumature e tutto il resto verrà dopo.
Ti abbiamo intervistata prima di partire, e ci hai detto quali erano le tue aspettative per questa esperienza. Pensi di averle centrate tutte? Cosa pensi di aver aver raggiunto pienamente, rispetto a quello che ti eri posta sei mesi fa, e quali invece non si sono realizzate o lo hanno fatto solo in piccola parte?
Sì credo di averle centrate tutte anzi credo di aver fatto anche di più. Le idee alla partenza per quanto possano essere chiare sono troppe, tanti dubbi e confusioni. Una volta che ti trovi nel pieno dell’ esperienza di anno all’estero e che la vivi tutto ciò che ti aspettavi viene da se’. Tutto l’impegno e lo sforzo posto nel realizzarla viene ripagato e io in prima persona ho ottenuto così tanto. Qualcuno non mi crederà ma non c’è e stato un solo lato di questa esperienza che rimpianga, non sono stata semplicemente uno studente all’estero anzi sono arrivata ad un punto che sentivo che quello fosse il mio posto, la mia vita, e come qualsiasi vita alterni momenti belli e brutti che insieme ti rendono ciò che sei.
L’anno all’estero è un esperienza che fa crescere sotto più punti di vista, personale e linguistico. Ma questo non vuol dire che non possano esserci momenti di vita divertenti con i compagni di classe, che rientrano sempre nell’affascinante esperienza di studio all’estero. Il divertimento è un aspetto importante. Raccontaci un aneddoto che ti è capitato, in famiglia o con i tuoi compagni di classe.
E’ difficile raccontare un solo aneddoto divertente, ho riso così tanto che credo di averne qualcuno per ogni giorno passato in Canada. Uno dei più recenti è stato circa una settimana prima della mia partenza, quando la mia mamma canadese mi venne a prendere dopo scuola e doveva andare a prendere anche i bimbi sul tragitto verso casa. Parlando tra una cosa e l’altra arriviamo a casa e lei stava per scendere dalla macchina quando io mi sono ricordata dei bambini. Abbiamo riso così tanto e lei ha risposto che si era scordata di averne tre e il terzo ero io .
C’è un aspetto, un’idea, della vita “di adesso”, tornata a casa, in cui credi di aver cambiato completamente idea rispetto a prima? Un modo di vedere le cose, un modo di pensare, uno stato d’animo in cui ti accorgi di pensarla diversamente, di essere diversa?
Ci sono molti aspetti che ho cambiato e che mi sono portata ora nella mia vita, ho acquisito nuove certezze e consapevolezze. Se prima non credevo in un sogno ora sono dell’idea che un sogno rimane tale fin quando non lo inizi a guardare come un progetto. Per me ora non esiste niente di irrealizzabile, la vita ci offre tutte le possibilità siamo noi a doverle saper sfruttare, siamo noi a decidere ciò che sarà il nostro futuro nonostante le difficoltà che ci verrano poste. E necessario uscire da quel luogo comune a cui si è sottoposti ogni giorno per poter vedere altre possibilità. Ora sento che qualsiasi ostacolo mi venga posto davanti riuscirò a superarlo , questa esperienza mi ha fatto fare un grande lavoro su me stessa, mi ha reso più forte.
L’aspetto linguistico è innegabilmente un punto importante: quanto pensi di aver migliorato il tuo inglese, come senti il tuo livello di padronanza e dimestichezza con la lingua? Raccontaci un episodio in cui ti sei sentita soddisfatta per esserti riuscita a spiegare bene.
Devo dire che non credevo di poter migliorare in questo modo l’inglese dato che inizialmente era una mia grande preoccupazione e capire loro mi veniva quasi difficile. Mi ricordo la prima volta che andai a vedere un film al cinema senza sottotitoli e non capii niente, guardai solo le immagini. Prima di partire andai un’altra volta e finalmente riuscivo a capire tutto, lì ho realizzato che davvero il mio inglese era migliorato. Inoltre dopo i primi due mesi riuscivo anche ad esprimermi con il forte senso dell umorismo, a fare battute e vedere loro che mi capivano e ridevano mi ha fatto sentire davvero soddisfatta.
Il tuo ruolo di Correspondent: ti abbiamo seguita sul tuo Instagram e abbiamo interagito spesso, hai condiviso dei bellissimi momenti di vita vissuta. Ti sei trovata a tuo agio a raccontare visivamente la tua esperienza in Canada? Quale aspetto pensi di aver fatto meglio in questo ruolo e quale avreti potuto fare meglio?
Ad un certo punto non l’ho sentito neanche più come un incarico era diventato normale per me postare e avevo il desiderio di mostrare agli altri ciò che stavo vivendo. Credo di aver mostrato ciò che vuol dire partire e inoltre anche quanto abbia avuto importanza la mia famiglia ospitante. Ho cercato di mostrare agli altri piccole cose che scoprivo, mano a mano il tempo passava, come il bello di giocare con i bambini, di cantare ninna nanne, alle foto del Natale in famiglia, ai meravigliosi posti, ai nuovi amici canadesi. Culture diverse che si univano ma la cui provenienza alla fine non importava davvero, perché ovunque andrai ciò che conta sarà sempre la persona che sei. Forse avrei potuto mostrare meglio alcuni aspetti scolastici e qualcosa in più del mio quotidiano, ma credo in fondo di aver raggiunto l’obbiettivo. Al mio ritorno molti ragazzi e ragazze si sono complimentati mi hanno detto di aver salvato storie e foto, di aver adorato i bambini e di voler fare anche loro un’esperienza del genere. Sono rimasta sorpresa e anche grata per aver fatto capire loro tutto ciò.
Hai già qualche progetto o qualche idea sul tuo futuro, sulla strada che vorresti prendere dopo la maturità? Come pensi ti possa essere utile questa esperienza di studio all’estero?
Ho diverse idee per il mio futuro. Dopo la maturità sono indecisa se indirizzarmi verso un’Accademia o se intraprendere Economia e management. Punto in grande, punto a realizzare qualcosa di mio, qualcosa che mi faccia sentire soddisfatta. Questo è il mio piano: la realizzazione. Questa esperienza mi ha aperto una nuova strada, mi ha fatto capire che l’impossibile non esiste, mi ha dato autonomia e mi ha permesso di fidarmi di me stessa.
Veniamo a noi di MB: come valuti tu noi, come è stata la tua esperienza con il nostro staff, dai primi contatti con Michela e Davide, a quelli successivi con Elena e Giorgia che hanno curato tutti gli aspetti operativi della tua esperienza, a Luca che ti ha seguita nella tua attività di Correspondent?
La mia esperienza con lo staff di Mb è stata fantastica e devo ringraziare particolarmente loro che hanno reso possibile tutto ciò. Mi hanno seguita in ogni mia tappa, si interessavano a me e la mia esperienza e sapevo che se avessi avuto qualsiasi problema avrei potuto contare su di loro. Spesso mi scrivevano come stesse andando, mi davano consigli e commentavano le mie foto, mi sono sentita anch’io parte del loro staff in questi cinque mesi. Non credevo avrebbero vissuto con me questa esperienza e mi sono affezionata anche a loro in qualche modo. Sono rimasta stupita dal loro forte interesse e felicità nel vedere che il periodo in Canada stesse andando nel migliore dei modi e credo vivamente non avrei potuto avere uno staff migliore.
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