Dal sogno alla realtà, l’esperienza di Beatrice in Canada (part. I)
28 Novembre 2017
Aggiornato il 12 Febbraio 2018
Mi chiamo Beatrice e abito in un paesino di campagna vicino a Milano ma ho deciso di trascorre quattro mesi, da settembre a dicembre, in Canada, più precisamente in Nuova Scozia (una penisola sull’Oceano Atlantico, al confine con il Maine).
Trascorrere un anno scolastico all’estero è sempre stato il mio sogno da quando, sostanzialmente, ne ho sentito raccontare. Ricordo che già in prima superiore ne avevo cominciato a parlare con i miei amici e la mia famiglia; tuttavia credevo che, come per la maggior parte dei sogni, non si sarebbe mai realizzato.
Verso ottobre dell’anno scorso i miei insegnanti mi avevano detto che se veramente avevo intenzione di partire dovevo affrettarmi e non ridurre tutto all’ultimo minuto. Ne parlai, quindi, con mia madre ma, sinceramente, non ci speravo troppo. Quando a novembre i miei genitori mi dissero di sì, non realizzai subito appieno. Questo è successo circa un anno fa ed, ora, la cosa mi sembra distante e vicina al tempo stesso.
La parte più difficile del viaggio, almeno per ora, è stata la partenza. All’inizio non mi sentivo pronta, mi sono davvero chiesta “ma perché lo sto facendo?”. Quando ti trovi a preparare tutto, soprattutto nel momento in cui devi salutare i tuoi amici e la tua famiglia, i dubbi e le paure crescono sempre di più ma questo poi scompare il giorno stesso della partenza.
Le settimane precedenti? Un disastro. Io ero agitata, nervosa, ansiosa e anche un po’ spaventata; i miei amici erano tristi e facevano a gara per “vincere” qualche minuto del mio tempo e i miei genitori erano occupati con i preparativi, ancora più di me.
Tuttavia appena aprii gli occhi il 1 Settembre pensai “okay, domani non dormirò più nel mio letto”. Non sapete quanto mi sbagliavo. Ora sono in Canada e giuro, dormo ogni giorno nel mio letto. Qui ho trovato una famiglia, una casa, amici, una routine.
Ogni giorno sono sempre più felice della decisione. Qui ho la mia vita, la mia routine e sto veramente vivendo. So che molti, e tra questi sono piuttosto sicura di poter inserire alcuni miei amici, vedono questa esperienza semplicemente come una pausa dalla mia vita REALE in Italia, come se qui non stessi vivendo una vita vera. Se proprio devo essere sincera, la mia vita qui mi sembra, paradossalmente, più reale di quella che avevo in Italia. Questa esperienza mi ha permesso di capire chi sono veramente e cosa voglio nella mia quotidianità.
Dover affrontare questa sfida, dover rapportarsi con un mondo nuovo e con persone che non sapevano nemmeno della tua esistenza, ti costringe a prendere decisioni su quello che TU davvero vuoi, senza che nessun altro interagisca nel tuo processo decisionale, semplicemente perché, non conoscendoti, non ha la presunzione di sapere cosa sarebbe migliore per te, e questa improvvisa libertà e responsabilità mi ha fatto crescere. Mi sento più responsabile, più vera per certi aspetti. Ora, se non altro, ho una vaga idea di cosa IO voglio…
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