Intervista a Beatrice, MB Correspondent 2020 appena tornata!
“Ovunque andrai ciò che conta sarà sempre la persona che sei”
Un’intervista intensa, poche ma significative domande alla nostra Beatrice, che da poco è rientrata in Italia dopo il suo semestre scolastico in Canada riabbracciando la sua famiglia. Uno spaccato a 360 gradi del significato che un anno scolastico all’estero può avere nella vita di chi ha la fortuna di trascorrerlo. Buona lettura!
Ciao Beatrice e ben tornata a casa! Partiamo dall’oggi: come è stato il tuo rientro? come ti ha accolta la tua famiglia, quali sono state le tue emozioni?
Rientrare è stato un misto di emozioni belle e brutte. Lasciare la famiglia e gli amici conosciuti in Canada è stato più difficile e forte di quanto mi aspettassi. Ovviamente tornare ha avuto anche il suo lato positivo, rivedere mio fratello e i miei genitori è stata una gioia e forse ora riesco a capire maggiormente la loro grande importanza e il sostegno anche che mi hanno dato nel fare questa esperienza. E ora con tutte le nuove consapevolezze e sicurezze ottenute lì durante l’anno scolastico all’estero rientrare a casa è completamente diverso da come mi aspettavo; ora tornare a casa è solo una fermata , come una stazione sicura da cui però sarai sempre pronto a ripartire.
E il rientro in classe con i tuoi compagni di classe?
Rivedere amici e compagni di classe è stato emozionante, capire che alla fine i tuoi veri amici staranno sempre lì per te se lo erano per davvero. Non è la presenza a formare un’amicizia e questa era una delle mie paure iniziali, prima della partenza per l’anno all’estero, quella di essere messi da parte solo perché assenti ma mi sbagliavo completamente.
Prova a mettere a fuoco la tua esperienza dall’inizio alla fine. Partiamo dall’inizio: non appena hai saputo di essere la persona scelta da MB per essere il nuovo Correspondent, qual è stata la tua reazione a caldo, con la tua famiglia e le tue migliori amiche? Come hanno reagito sapendo che saresti stata sei mesi a migliaia di km di distanza?
Appena ho saputo di essere la nuova MB Foreign Correspondent ho pianto, pianto dalla gioia di aver avuto una possibilità del genere…era un qualcosa a cui puntavo da circa tre anni e vederla realizzarsi è stato incredibile, è come se avessi iniziato a prendere in mano la mia vita. La mia famiglia e i miei amici erano contenti per me, poiché sapevano era un mio obbiettivo da molto tempo ma allo stesso tempo l’idea di non vedermi per cinque mesi era difficile da superare e anche per me lo era. Non avevo messo in conto la difficoltà di lasciare tutto quello che si poteva così chiamare la comfort zone, inizialmente mi sentivo persa quasi quasi avrei rinunciato (per così dire), la paura di partire per un anno all’estero era tanta. Mia mamma mi disse che le sarebbero mancate anche le litigate con me. Salutare i miei amici e la mia famiglia ha portato tante lacrime, lacrime di bene poiché sapevamo che ci saremmo rivisti ma cambiare così tutto improvvisamente senza avere alcuna sicurezza ti rende per un attimo impotente, fino a quando poi non sali su quell’aereo, guardi fuori dal finestrino e ti senti pronto ad affrontare la vita.